La fantasia pastorale

I Verbi del Cuore

Rin-cuorare


Spesso le nostre comunità cristiane vengono criticate per essere 'chiuse', autoreferenziali, poco aperte alle persone nuove che arrivano da fuori. Sono sempre quelli che fanno tutto... 
Papa Francesco, nell'Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate” scrive: “Molte volte, contro l'impulso dello Spirito, la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi”. Molte comunità poco propense ad uscire, ad accorgersi di famiglie fragili, ad ascoltare i bisogni reali delle persone devono imparare ad essere “Chiesa in uscita”, che si fa prossima e che, come Gesù, si fa vicina ai pellegrini per rin-CUOR-arli.
Il Vangelo di Cristo può essere annunciato solo con umiltà.
Mai si può pensare di servire la missione della Chiesa esercitando arroganza come singoli e attraverso gli apparati, con la superbia di chi snatura anche il dono dei sacramenti e le parole più autentiche della fede cristiana come un bottino che si è meritato!
Semi e segni di prossimità crescono nelle nostre comunità: sono fatti, situazioni, soprattutto persone che prendono l'iniziativa. C'è chi entra nelle case per portare affetto, vicinanza e comprensione; chi va negli ospedali e nelle case di cura, chi si prodiga nella vita di qualche associazione, chi partecipa a gruppi di volontariato o dà una mano in Oratorio...
Per questo non c'è da vantarsene o gloriarsi come se fosse nostro merito; semplicemente si vuol mettere in evidenza (e quindi coinvolgere altri) nel compimento di buone pratiche che animano la vita delle nostre parrocchie.
Gli inviti del papa sono spesso rivolti a stimolare la “fantasia pastorale” per infondere COR-aggio in mezzo alle difficoltà. Per primi i sacerdoti sono chiamati a dare nuovi impulsi alle comunità che mostrano stanchezza, rassegnazione ed abitudinarietà, nella corresponsabilità col consiglio pastorale, i gruppi, i movimenti, le associazioni e tanti singoli fedeli mossi dallo Spirito.
E' tempo di immaginare nuovi ministeri di consolazione, nuove occasioni di prossimità, nuovi luoghi di incontro e di ascolto, nuovi momenti di scambio e di integrazione... Un cuore missionario, infatti, riconosce la condizione reale in cui si trovano le persone reali, con i loro limiti, i peccati, le fragilità. Fa senz'altro bene un' "immersione” nella vita reale delle persone, così come sono.
Chi partecipa alla missione della Chiesa, infatti, è chiamato a non aggiungere pesi inutili sulle vite già affaticate delle persone. Non si tratta di inventare percorsi di addestramento “dedicati”, di costruire bolle mediatiche in cui far riecheggiare i propri slogan, ma di prediligere i poveri e i piccoli, come segno e riflesso della preferenza del Signore verso di loro.
 

Esci Home